mercoledì 1 febbraio 2012

LA CHIESA DEL NOSTRO 'SI'





Ragazzi ciao a tutti..eccoci qua..come vedrete anche la chiesa è stata scelta..a dir poco spettacolare direi..piccola e accogliente,molto intima e delicata..con quel che di ancora pregiato..
Insomma una chiesa che non si vede tutti i giorni..qualcosa di speciale..perchè speciale è quello che ci lega..e ancor più speciale sarà dirsi di SI in un luogo così magico non credete????!!io mi sono innamorata subito di questa chiesa..ho detto..è lei quella che fa per noi..stiamo parlando della chiesetta di Pozzoveggiani a Padova più esattamente in zona Salboro..ecco una descrizione più specifica della storia di questo monumento.


A circa 5 km dal centro città, sulla strada per Bovolenta arriviamo alla frazione di Pozzoveggiani, il cui antico nome "Publicianum" deriva probabilmente, come documenta del 1123 Callisto II, da  "Puteus Vitaliani: "puteus" forse dal pozzo che si trovava sul lato sud della chiesa e "Vitaliani" dal nome del prefetto di Patavium,  Vitaliano forse padre di Santa Giustina, sicuramente uno dei primi convertiti eccellenti al cristianesimo, il quale avrebbe posseduto delle terre in questa zona. Certamente i primi cristiani si incontravano, specie nei periodi di persecuzioni, appena fuori dalle mura cittadine, nella zona che va da Pontecorvo a Puteus Vitaliani, dove probabilmente si trovava anche l'unico luogo di sepoltura consacrato.
Qui si trova la piccola chiesa di S. Michele Arcangelo, con il suo campanile, la cui esistenza è stata attestata già in un documento del 918 e abbandonata fin dal XVIII secolo, probabilmente a seguito della soppressione di molte chiese e monasteri ad opera del governo francese instaurato da Napoleone.
La chiesa risale al XII secolo ed è un esempio delle influenze della cultura carolingia sugli stili locali, fortemente segnati dalla presenza bizantina. Precedentemente qui si trovava un edificio del VI-VII secolo, di forma cubica, con un anomalo orientamento della facciata, rivolta ad est, e dell'abside, ad ovest. La chiesa successiva fa partire la sua costruzione dalla facciata, utilizzando lo spazio della cella come navata centrale, aggiungendone due laterali e ribaltando l'orientamento dell'intero edificio.
Nella struttura e nelle tecniche costruttive si trovano molti riferimenti alla basilica di Aquileia del Vescovo Poppone dell'XI secolo, che mescola influenze nordico-occidentali e tradizione paleocristiano-bizantina, e al cantiere veneziano di S. Marco, come testimonia l'utilizzo della struttura a spina di pesce per la costruzione delle mura.
Tra la fine del XVI e gli inizi del XVII secolo la navata settentrionale viene trasformata in canonica, quella centrale rimane utilizzata come oratorio e la navata a sud viene in parte abbattuta, lasciando visibili le arcate e le colonne, murate nella parete esterna.
L'interno è decorato con figure geometriche e di animali, nelle formelle di terracotta, e con una serie di dipinti del X-XI secolo, raffiguranti gli Apostoli. I cicli affrescati del XII-XIII secolo nella parete meridionale dell'abside rappresentano una delle più alte testimonianze della pittura romanica nel Veneto e hanno per tema la teoria degli apostoli, un'immagine di Cristo Pancreator (cioè colui che tutto crea e governa, simbolo bizantino, ma abbracciato anche dai Longobardi), i simboli degli Evangelisti, un pellicano che nutre i suoi piccoli e una serie di cavalieri armati.


2 commenti:

  1. Ma che bravi!
    E che brillante idea quella degli sponsor
    cOMPLIMENTONI PER IL BLOG!
    da oggi vi seguirò volentierissimo!!!!!!!

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  2. GRAZIE MILLE...ANCHE IL TUO E' UN BLOG MOLTO INTERESSANTE CON TUTTE QUELLE RICETTE....LO SEGUIREMO ANCHE NOI...GRAZIEEEE

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